
In Nepal, come in tanti altri Paesi del mondo, la pandemia si sta diffondendo sempre di più e il governo ha serie difficoltà a fronteggiare la diffusione del virus e il rapidissimo deterioramento di un sistema economico fragilissimo già messo a dura prova.
Dopo 11 anni di guerra civile e il devastante terremoto del 2015, adesso i nepalesi devono far fronte all’emergenza sanitaria e all’ulteriore impoverimento che colpisce irrimediabilmente la moltitudine di famiglie che vivono di lavori saltuari nelle aree urbane.
Per fronteggiare la crescente crisi, la Scuola di Manasarovar, che dal 1999 offre un’istruzione primaria ai bambini tibetani che vivono nel quartiere di Boudhanath ed è un punto di riferimento importante per le famiglie di quest’area, ha chiesto aiuto ad ASIA, che fin dall’inizio la sostiene con il progetto di sostegno a distanza.
Le due responsabili, Tsultrim Sangmo e le Bhijaya Khanal, sono molto preoccupate per le gravi conseguenze del covid-19, che andranno ben oltre la fine della pandemia.
“Sappiamo che, in qualsiasi crisi, i bambini e i più vulnerabili soffrono in modo sproporzionato – ci hanno detto – e questa pandemia non è diversa. È nostra responsabilità prevenire la sofferenza, salvare vite umane e proteggere la salute di ogni bambino. Dobbiamo anche fare in modo che tutte le misure di sicurezza siano garantite all’interno della scuola”.
Tutte le scuole sono state chiuse il 19 marzo, costringendo oltre otto milioni di studenti a rimanere a casa. Tra questi i 550 studenti e i 34 membri dello staff della Manasarovar, che hanno avuto grandi difficoltà a portare avanti le attività didattiche, vista la carenza di strumenti multimediali e le scarse conoscenze informatiche.
Adesso la scuola si sta preparando per la riapertura, per essere in grado di accogliere i bambini e riprendere le lezioni applicando in modo corretto le misure di sicurezza, ma sono necessari investimenti per acquistare gli strumenti necessari alla prevenzione e per garantire le distanze sufficienti tra i bambini per evitare i contagi.
Inoltre, 108 delle famiglie dei bambini della scuola, hanno perso il lavoro e non hanno più mezzi per acquistare il cibo necessario e pertanto si sono rivolte alla scuola chiedendo aiuto.
LE ATTIVITA’ DEL PROGETTO
- Sostegno alimentare alle famiglie
I genitori della maggior parte degli studenti della Manasarovar sono rifugiati tibetani, che vivono principalmente di artigianato e commercio legato al turismo. In questi tre mesi di chiusura hanno perso il lavoro, ed essendo in serie difficoltà hanno chiesto aiuto alla Manasarovar, che ha verificato che ci sono 108 famiglie su 468 che non sono più in grado di acquistare alimenti a causa dell’emergenza Covid-19. La scuola, con l’aiuto di ASIA sta programmando di fornire pacchi alimentari costituiti da: Riso – 5 kg, Atta (farina di grano) – 2,5 kg, Maida – 2,5 kg, Dal (lenticchia nero + rosso) – 2 kg, Olio da cucina – 1,5 litri, Chana (ceci) – 1 kg, Fagioli – 1 kg e Zucchero – 1 kg a persona per 1 mese. - Creazione di un angolo per il lavaggio delle mani
Lavarsi le mani con il sapone in un paese come il Nepal, che sta ancora lottando per avere un migliore accesso all’acqua potabile e strutture igienico sanitarie adeguate, non è ancora una pratica diffusa.
Visto che lavarsi regolarmente le mani è una delle misure di sicurezza più efficaci per contrastare il COVID 19, il progetto prevede la creazione di un angolo per il lavaggio delle mani con 4 diversi rubinetti di diversa altezza collegati ad un serbatoio da 2000 litri. Un sapone disinfettante sarà posizionato sul lato di ogni rubinetto. - Educazione igienico-sanitaria di base e monitoraggio della salute dei bambini.
Sarà molto importante fare il monitoraggio regolare della salute dei bambini, controllare la febbre di ogni studente e membro dello staff. La Manasarovar sta organizzando questa attività con un’infermiera – una ex alunna della stessa Manasarovar – che è disposta a fare volontariato presso la scuola. L’infermiera incaricata insegnerà a ogni bambino come fare il corretto lavaggio delle mani con il sapone e altri comportamenti per promuovere la salute personale e quella ambientale e misurerà la febbre a tutti gli studenti e insegnanti con un termo scanner. - Organizzazione di due turni scolastici al giorno
La Manasarovar conta 550 studenti e 34 membri del personale scolastico. Al fine di evitare la trasmissione di qualsiasi infezione, la scuola dovrà organizzare 2 turni al giorno, con classi dimezzate (di 15/20 bambini invece che gli usuali 30/40). Il personale sarà lo stesso e dovrà quindi lavorare molte ore in più rispetto alla normale giornata lavorativa. - Acquisto dispositivi di sicurezza
Prima di riaprire la scuola deve essere preparata e dotata di materiali che garantiscano la sicurezza sia per il personale che per gli studenti. ASIA, insieme allo staff scolastico, distribuirà il primo giorno i materiali, che dovranno essere di qualità e conformi agli standard. Le attrezzature da acquistare e distribuire sono: termoscanner, detergente disinfettante per le mani, guanti, mascherine, schermi protettivi per il viso, sapone liquido, spray per sanificazione, spruzzatori, stivali. - Remunerazione per gli insegnanti e lo staff
Poiché la scuola eseguirà 2 turni, tutto il personale dovrà lavorare molte ore in più rispetto al proprio orario lavorativo abituale. Gli insegnanti dovranno arrivare a scuola alle 7 del mattino per ricevere i bambini dal cancello attuando tutti i controlli necessari perché le lezioni inizieranno alle 7:30 e rimanere a scuola fino alle 18:00 per controllare i compiti. Secondo il nuovo piano della scuola, “gli insegnanti faranno in media 60 ore settimanali anziché le 40 previste”. Gli insegnanti e tutti i membri dello staff dovranno lavorare per 10 ore al giorno fino a quando la situazione non migliorerà nel paese.
I beneficiari del progetto sono: 550 studenti, 34 membri dello staff della Scuola di Manasarovar e 108 famiglie.