#Nepal Il diario di missione di Giovanni

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25 Set #Nepal Il diario di missione di Giovanni

Leggi il diario di missione di Giovanni Bombieri, esperto forestale partito a giugno in Nepal per il progetto Parco Nazionale del Langtang, Conservazione Ambientale. Giovanni è partito in qualità di formatore e rappresentante dell’Associazione Forestale del Trentino (partner di progetto) insieme a Fabrizio Calovi, dell’Associazione Apicoltori Trentini (altro partner).

 

Premessa 


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Che esperienza inaspettata! Non ero pronto per il caldo umido e il brulicare dell’umanità, ero partito per questo viaggio con l’idea di trovare un po’ di pace, come mi era capitato nel 2019 in Mongolia, e invece no, mi sono tuffato in questa incredibile esperienza e ci ho messo un po’ ad abituarmi.

Per prima cosa, il caos e il dover trattare per i prezzi di qualsiasi cosa (che devo dire alla lunga ho apprezzato) e seconda cosa, le spezie onnipresenti nel cibo che mi hanno fatto propendere per stare alla larga dal cibo indiano in Italia per un po’!

Ad ogni modo, l’esperienza sul campo è stata estremamente formativa.

 

 

 

IL Viaggio, Kathmandu


IMG_0748Arrivati, l’impatto con Kathmandu è notevole, non ti risparmia nulla, ti sconvolge, ma se ti lasci attraversare diventa famigliare. Una città asiatica che si è sviluppata, modificata e adattata in migliaia di anni, senza essere ridisegnata da potenze straniere. 

IMG_4265L’immagine che mi è rimasta è di una città “formicaio” (nel senso positivo del termine): i palazzi sono costruiti uno sull’altro in modo quasi naturale, senza le disposizioni e i dettami architettonici e urbanistici a cui sono abituato. Le piazze, emblemi storico-architettonici delle dinastie che si sono succedute nei secoli, sono alla vista piccole e incastonate come gioielli nel tessuto urbano, denso fitto e disordinato, ma organico.

lungo le tortuose stradine senza mai scontrarsi, lo stesso nelle grandi arterie: le auto, i camion e le moto scorrazzano apparentemente senza regole, ma di incidenti non se ne vedono, è tutto autoregolato. La costante è il suono dei clacson che permea l’aria.

Il mio compagno di viaggio Fabrizio, apicoltore professionale e viaggiatore di lunga data, è stato un forte supporto nel comprendere le dinamiche e nell’immersione nella capitale, ma dopo il primo giorno ci siamo separati per i seguenti 3 giorni di campo, perché avevamo missioni differenti da portare a termine in luoghi separati.  

 

 

IL Viaggio, il villaggio di Duche


IMG_3839Dopo una parentesi di una giornata in albergo è iniziato il viaggio per raggiungere il villaggio di Duche nel Parco Nazionale del Langtang, famoso per il Leopardo delle Nevi e il Panda Minore. Nella traversata, prima della caotica capitale e poi nell’inerpicarsi sulle montagne con dei fuoristrada di tutto rispetto (spartani ma congeniali), mi sono reso conto che, sì, ero in montagna, ma nella foresta tropicale.

IMG_0247Non so descrivere la meraviglia che ho provato nel vedere le coltivazioni di riso e mais su terrazzamento, che davano al paesaggio quel tocco di Asia rurale immaginata ma mai vissuta o vista prima, con quell’ordine e semplicità che lasciano di stucco.


Man mano che il viaggio proseguiva e ci si spingeva più nelle valli interne e ci si alzava di quota, il fascino delle strade di montagna e dei villaggi isolati catturava il mio sguardo. Al tempo stesso, lì la natura è ancora per molti aspetti indomita, e influisce sul vissuto quotidiano regolandolo. 

Gli abitanti di quei luoghi mi trasmettevano un ’bout di rassegnazione, sempre intenti a sistemare l’ennesima frana dovuta alla stagione dei monsoni o a costruire l’ennesima gabbionata di roccia per rinforzare la strada, resa inagibile da qualche masso ciclopico caduto da chissà dove, o intenti ad imbrigliare il torrente nato dai recenti acquazzoni.

 

 

L’arrivo a Duche e i preparativi per il corso GIS


IMG_0379Duche si sviluppa su versante montuoso. La strada principale è in cemento, le altre, che collegano tutti i nuclei abitati e i campi, invece sono tutte sterrate. A svettare in tutta la sua bellezza e potenza, vi è il tempio del Buddha che ospita una statua della divinità di proporzioni gigantesche e circondata da vessilli e dalle classiche e coloratissime bandierine nepalesi. Le bandierine fungono da mantra e da preghiere ogniqualvolta vengono mosse dal vento; fino ad allora non si erano viste così abbondanti sui tetti degli edifici.

La mia camera era con vista sulla valle, in lontananza scorgevo il parco del Langtang con le sue cime innevate, mentre il villaggio sembrava stagliarsi con i suoi stendardi, come ultimo avamposto o frontiera dinanzi a qualcosa di immenso che poteva arrivare da ovest, o semplicemente dinanzi alla potenza della natura.

Il gestore della locanda per viaggiatori e locali mi ricordava Charlie Chaplin in Charlot, ed era a completa disposizione di tutte le necessità degli avventori.

In serata ho incontrato Bhim Acharya (agronomo) e Sunil Khanal (ingegnere civile), membri dello staff del progetto, molto affabili e gentili.  Ci siamo confrontati sul corso GIS (Sistemi Informativi Geografici) che avrei dovuto tenere l’indomani.

 

 

IMG_0360Dopo cena, a base di pollo tikka masala, riso e verdure speziate, abbiamo sistemato la stanza del corso e abbiamo testato il proiettore. Il mattino seguente alla spicciolata sono cominciati ad arrivare tutti i corsisti: giovani e grintosi ragazzi della mia età, entusiasti e allegri. Erano tutti laureati in discipline scientifiche, chi era dottore forestale, chi ingegnere, chi naturalista… Svolgevano sia mansioni da funzionari per i Parchi Nazionali di provenienza, sia di guardaparco. 

 

 

 

Il Corso GIS (Sistemi Informativi Geografici)


IMG_3706Dopo le cerimoniose presentazioni con il Presidente del Parco del Langtang, siamo entrati finalmente nel vivo del corso. Una cosa che ho capito fin da subito era che dovevo limitare le parti di teoria pura a pochi minuti, e dedicarmi più approfonditamente alla parte pratica, cosa che tra l’altro mi è congeniale.

Con la pratica, illustrando il funzionamento del software, ho appreso che due persone avevano già usato Arcgis (software a pagamento che anche in Italia è appannaggio delle università o di enti pubblici) mentre Quantum GIS non lo conoscevano minimamente. Perciò sono potuto partire dalle basi e appoggiarmi a queste due persone che hanno gentilmente condiviso i file che già utilizzavano per lavoro (modelli digitali del terreno, ortofoto, mappe) , grazie ai quali abbiamo potuto svolgere gli esercizi proprio sui territori con cui avevano maggiore familiarità. 

IMG_3984Ho respirato un forte entusiasmo e voglia di imparare, tant’è che si iniziava alle 8.00, la pausa pranzo durava mezz’ora e poi giù in aula a fare esercitazione fino alle 18.00; i corsisti mentre imparavano si ponevano domande su ulteriori applicazioni di quanto avevano appena appreso.

La cosa più bella mi è capitata il secondo giorno di corso. Ad un certo punto, mentre facevamo pratica, e io – come è nel mio modo di insegnare – cercavo di destreggiarmi tra una richiesta e un’altra, andavo a sedermi vicino ad ogni studente, finché il più burlone di loro, ma che fino a quel momento aveva tenuto un atteggiamento serioso, improvvisamente mi ha chiamato con un ironico ma affettuoso “Dear Sir”, anziché del solito “Sir”. Da quel momento ho capito che stavo trasmettendo loro qualcosa!

 

 

La conclusione del corso e il rientro a Kathmandu


IMG_3834IMG_3801Durante l’escursione alle cascate del Parco del Langtang, abbiamo provato ad utilizzare i GPS e l’app Qfield per smartphone Android, che consente di caricare sul cellulare un intero progetto di QGIS e di visualizzare la propria posizione rispetto agli elementi inseriti manualmente.

Mi sono reso conto che stavano apprezzando l’utilità pratica di quello che gli avevo insegnato e che avevamo approfondito assieme. Mi hanno tempestato di domande anche sul mio paese di provenienza, il che è stato un modo per conoscerci meglio in un clima disteso da escursione in natura.


L’unico rammarico è non aver potuto approfondire con calma e adeguatamente gli aspetti naturalistici e forestali del Parco.

 

IMG_3786Loro mi hanno lasciato invece qualcosa che rimarrà sempre nel mio cuore, ovvero una grande riconoscenza e un forte affetto, dicendo che nessun docente in precedenza si era mai seduto vicino ad ogni studente che avesse una richiesta per tentare di esaudirla, e nessun docente aveva mai dimostrato tanta energia ed entusiasmo nell’incoraggiarli ad apprendere.

Pertanto, sono sicuro che tornerò, perché ho trovato degli amici e ci sono tanti progetti da imbastire e realizzare. Non vedo l’ora!!