Nepal. Ripartire da un’agricoltura sostenibile

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L’80% delle persone vive di agricoltura e la nicchia di mercato dei prodotti biologici è in crescita in Nepal. Questa opportunità va sfruttata oggi per consentire ai produttori di affrancarsi dal ciclo di impoverimento che li vede obbligati utilizzatori di sementi ibride e rivenditori di prodotti che non riescono davvero a ripagare degli investimenti fatti.

ll rischio idrogeologico è un altro effettivo problema del Nepal, dovuto sia alle caratteristiche topografiche che all’aumento delle intensità delle piogge che, negli ultimi anni e sempre più frequentemente, registrano eventi piovosi di grande intensità per brevi periodi di tempo, incrementando enormemente i problemi.

Obiettivo generale di questo progetto, realizzato grazie ai fondi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e creato insieme a Ceapred, Istituto Oikos Onlus e Fondazione punto.sud, è quello di promuovere un modello di produzione sostenibile ed ecocompatibile in Nepal capace di rispondere ai cambiamenti climatici attraverso un’agricoltura sostenibile a favore della sicurezza alimentare e orientato al mercato.

Nel Progetto sono coinvolti 4500 (di cui 50% donne) coltivatori dei distretti di Sindhuli, Kavrepalanchok e Sindhupalchok per avviare un Sistema di Garanzia Partecipata (SGP) nelle filiere di produzione degli ortaggi e delle sementi, almeno 2.250 contadini (il 50% donne) diventeranno soci di 140 cooperative di produzione create durante le attività di progetto, tecniche agricole conservative ed efficaci rispetto ai cambiamenti climatici saranno promosse ed adottate da 1.500 contadini e tramite supporto finanziario diretto presso 50 produttori (subgranting).

Il progetto infine sviluppa un marchio per identificare i prodotti, rispondenti alle linee guida del Organic Certification Nepal, immessi sul mercato dalle cooperative beneficiarie.

Le pratiche agricole promosse, necessarie per la certificazione dei prodotti (ortaggi e semi) lanciati sul mercato con il marchio SGP, sono conservative nei confronti del suolo e dell’acqua, impiegano input agricoli di origine naturale, inclusi biopesticidi di origine animale e vegetale, compost e tecniche derivate dalla permacultura.